Aspettavo l'evento che smuovesse la penna sul blog, ed eccolo!
Nausicaa oggi non ne voleva sapere di fare il pisolino, nonostante (o forse proprio perché) fosse stanchissima, e avesse dormito male stanotte. Io, al contrario, stavo crollando sul letto, e iniziavo a dare segni di forte sclero.
Dopo un'ora di questa tiritera, ho chiamato Michel e mi sono sfogata con lui.
Poi ho preso il cesto della biancheria e ho aperto la porta di casa per andare a fare una lavatrice.
Questo malefico elettrodomestico ha in sé qualche potere negativo, visto che me ne succede sempre una! Non ci credete? Andate avanti a leggere!
Nausicaa mi segue, vuole aiutarmi a programmare il lavaggio, come sempre fa. Mi ha appena aiutato a stendere i panni.
Circa una settimana fa mi trovavo al parco del Valentino, un bellissimo parco vicino casa mia, sul Po, a far giocare Nausicaa, quando ho assistito a questa scena:
prima ho sentito delle urla di donna "Vieni subito qui!Qui!", poi ho visto un bambino correre oltre la mia posizione, sua madre incintissima avvicinarsi a lui con aria autoritaria e infuriata, e il bambino sollevare le braccia, incrociando le mani davanti alla testa.
Appena ho visto questo gesto di autoprotezione ho istintivamente capito cosa stava per accadere.
Chi sono quelle persone che come ombre ci lasciamo dietro e ci seguono per sempre? Non le abbiamo più viste, incontrate, toccate, eppure sono vivide come se un giorno non fosse passato da allora.
Abbiamo condiviso un po' di vita e poi le strade si sono divise..Ma davvero la vita è una strada? Può il sentiero della vita spaccarsi e allontanarci da qualcuno? O forse quello che visse continuerà a farlo dentro di noi, nel bene o nel male?
Quando passo per la Stazione Centrale, o in certe vie, ho sempre l'impressione di stare per incontrare Qualcuno. Avrò i capelli a posto? Mi dimostrerò serena e distaccata? Imbarazzata e a disagio?
Poi, non incontro mai nessuno.
Resta la sensazione che prima o poi succederà. In un tempo ampio come la vita.
Oggi ho due brufoli. No, fa che non sia proprio oggi.
Ho lavorato, e lavoro, coi bambini in varie salse, organizzando e partecipando a tante uscite ricreative, ma mai avevo sentito parlare delle gite del Nido. Ma esse..esistono!
Quando mi hanno detto che mia figlia di venti mesi avrebbe partecipato a una gita "scolastica", l'ho trovato una cosa bislacca, ma simpatica.
Ovviamente niente pulmino gigante: i bimbi sono accompagnati dai genitori. E siccome si tratta di nidi in famiglia, in cui le educatrici sono anch'esse mamme dei bambini iscritti, la carovana sarebbe stata composta da una costellazione di mamme e bimbi.
E così, a un anno dal tragico evento, di cui Nau porta ancora la cicatrice (ma non doveva scomparire nel giro, appunto, di un anno?), abbiamo esorcizzato il ricordo di quella giornata andando a giocare in una fattoria-gelateria fuori Torino (a Pianezza).
Ma dove cavolo è 'sto posto? Io sul Tuttocittà non l'ho trovato, ma le mappe inutili le ho portate lo stesso, ché Nene, la tagesmutter di Nausicaa, mi ha manifestato un po' di ansia nei confronti dei lunghi tragitti. Certo che con me come navigatore..non ha un grande aiuto.
Basta.
Odio l'abbondanza.
L'avevo già intuito, ma il mio ultimo viaggio me ne ha fatto prendere coscienza davvero.
C'è troppo cibo, troppi vestiti, troppi giocattoli, troppe scarpe, troppa gente, troppi soldi, troppo spreco. Mi è venuta l'orticaria. Ho il volto rosso, a macchie, pallini sul braccio, i gomiti circondati da segni, lo sterno infuocato, il collo mi prude, ho un eczema dietro il ginocchio destro e sul labbro ho ancora il segno che mi ha lasciato l'herpes di un mesetto fa.
Il mio corpo non sopporta. Io non sopporto. Non voglio essere toccata. Mi fa male.
Poco fa ho firmato una petizione su Change.
Una ragazza chiede di cancellare dal palinsesto di Mediaset una trasmissione chiamata "Come mi voglio", o qualcosa del genere. Si tratta di un format in cui una donna giovane si reca in studio per chiedere consigli a Belen Rodriguez e ad un team di esperti di "style", i quali la trasformano umiliandola, offendendola e deridendola per come si è presentata.
Non sapevo neanche che esistesse questo programma.
La persona che ha proposto la petizione sotiene che il programma sia diseducativo, lanci messaggi maschilisti, sia volgare e stupido. Probabilmente è vero. Ma io non ho firmato per questo motivo.
Ho letto i commenti sotto la petizione, ed erano tutti, o quasi, incentrati sul tema dell'educazione e su quanto possa essere pericoloso un programma del genere nella formazione psicologica delle ragazze che lo guardano.
Tutto ciò è sicuramente vero, ma credo che non sia questo il punto centrale della questione. Altrimenti dovremmo abolire la maggior parte del palinsesto, cosa che potrebbe sembrare giusta, ma forse non lo è.
Il vero problema, secondo me, è che le trasmissioni come queste sono create non per avere semplicemente audience, ma perché questa si trasformi in "consumatori". Queste trasmissioni sono consigli per gli acquisti!
La gente non se ne rende conto, ma diventa oggetto di un martellamento che va a vantaggio solo delle grandi aziende: quelle che comprano gli spazi pubblicitari; e quella grande azienda che è la televisione.
Il fine sono solo i soldi.
Spesso le persone giudicano inutili i corsi di Laurea sulla comunicazione, i media, lo spettacolo, e in generale quelli che "non ti formano per il mondo del lavoro". Ammesso che l'osservazione dei fenomeni non sia un lavoro, spesso sono questo tipo di studi "umanistici" che ci permettono di comprendere i meccanismi sociali nei quali siamo immersi.
Com'è possibile che di tutti i commenti sotto la suddetta petizione non ce ne fosse uno che parlasse di quanto siamo vittime della pubblicità?
Quanto tempo passiamo, se siamo un po' attenti, o semplicemente un po' sinistronzi, a dire che Mediaset e Berlusconi da trent'anni fanno il lavaggio del cervello alla gente? Bene, io penso che non sia fino a qua che bisogna spingere il ragionamento. Perché? Intorno ai soldi gira questo mondo.
E bisogna spendere spendere spendere..
Se no, "l'economia non gira e la crisi non finisce".
quando a Ottobre mi trasferii a Torino, l'elegante Torino, la bella Torino, la nobile Torino, mi aspettavo soddisfazioni in ogni campo: lavoro, amore, soldi, e tutte le altre sciocchezze che millantano gli oroscopi (di cui, vi rassicuro, non sono assolutamente seguace). Grandi aspettative soprattutto sul trovare un lavoro.
Perché?
Perché ero giovane e credulona.
Perché ero fresca di laurea e di scuola di teatro.
Perché l'amore è cieco..e a volte ti acceca un po'!
Perché non avevo ancora capito che il mondo appartiene a categorie non protette di cui non faccio parte (ruffiani, leccac*o, ricchi per nascita,..). Ok, quest'ultimo pensiero non è davvero ciò che credo, ma è piuttosto ciò che crebbi per parecchi mesi, dopo essermi trasferita nella bella, elegante e nobile Torino.
E dopo aver svolto..
UNA SERIE DI IM-PREVEDIBILI LAVORI
Il primo lavoro di cui vi narro è un classico della bella gioventù spensierata: la baby-sitter. A Torino detta "Tata", con forti anticipazioni sui posteriori successi televisivi di una certa trasmissione.