lunedì 22 settembre 2014

MacGyver chi?

Aspettavo l'evento che smuovesse la penna sul blog, ed eccolo!
Nausicaa oggi non ne voleva sapere di fare il pisolino, nonostante (o forse proprio perché) fosse stanchissima, e avesse dormito male stanotte. Io, al contrario, stavo crollando sul letto, e iniziavo a dare segni di forte sclero.
Dopo un'ora di questa tiritera, ho chiamato Michel e mi sono sfogata con lui.
Poi ho preso il cesto della biancheria e ho aperto la porta di casa per andare a fare una lavatrice.

Questo malefico elettrodomestico ha in sé qualche potere negativo, visto che me ne succede sempre una! Non ci credete? Andate avanti a leggere!
Nausicaa mi segue, vuole aiutarmi a programmare il lavaggio, come sempre fa. Mi ha appena aiutato a stendere i panni.
La nostra era una vecchia casa di ringhiera "ristrutturata" e la lavatrice è sul ballatoio, nello spazio compreso tra il cancello di ingresso che dà sulle scale del palazzo e la porta di casa nostra, in una sorta di sgabuzzino creato dai precedenti proprietari, con tanto di porta/cancellata che si chiude a chiave.
Apro la porta dello sgabuzzino, infilo i panni nella maledetta lavatrice, e mentre sono sul punto di uscire vedo Nausicaa tutta contenta allungare un braccio, afferrare la porta alla velocità della luce e sbatterla fortissimo chiudendola. 
Io sono dentro.
La chiave è fuori. 

Lì per lì provo a spingere.
Non si apre, non so come ma la chiave ha dato il giro.
Spiego subito a Nau che la mamma è chiusa dentro e non può uscire.
Lei resta lì, la vedo attraverso il plexiglas che i vecchi proprietari hanno applicato al cancello per farlo assomigliare di più a una porta.
Mi chiedo "Cosa posso fare?" e intanto inizio a preoccuparmi, non tanto di me stessa, quanto di avere una bambina di due anni in giro da sola per casa, con tutte le porte-finestre dei balconi aperte, attrezzi vari in giro.
Le parlo, mi risponde.
Le chiedo se arriva alla chiave. Ci arriva. "Gira la chiave", non ci riesce. 
"Sfila la chiave e passamela da sotto la porta", non ci riesce. La chiave è bloccata nella serratura.
E io sono bloccata in questo stanzino, inizia a fare caldo. Passerà l'ossigeno?
Dico a Nausicaa "Vai in casa e cerca il cellulare di mamma, così chiamiamo papà", lei va, la vedo..
Aspetto un po', poi chiamo "Nausicaa, vieni qua!", lei arriva, ma dice di non aver trovato il telefono.
Le chiedo di urlare il nome della vicina.
Lo fa troppo debolmente, allora inizio ad urlare con una voce che non credevo neanche di avere i nomi delle vicine, e poi ancora "AIUTO".
La finestra della vicina di sopra è spalancata, sono sicura che ci sia qualcuno in casa. Possibile che non mi risponda?
Urlo ancora, fortissimo, chiedo aiuto. Penso che se mi sentissero potrebbero chiamare Michel, e lui dal lavoro verrebbe ad aprirmi.
Urlo aiuto, e lì scatta il panico: Nausicaa inizia a piangere disperata e dice "Naso, naso", vuole soffiarselo. Sarà il suo modo per sfogarsi? Le suggerisco di entrare (la porta di casa è spalancata), andare in bagno e prendere la carta igienica. Va.

Mi guardo intorno. Qui mio marito tiene i suoi mille attrezzi.
Ho una forcina nei capelli. Ca**! MacGyver avrebbe aperto la porta con la forcina. Perché io no?
Ci provo, ma..che lo dico a fare? Non funziona.
Vedo delle specie di lime, una sega, un trapano. Penso che se avessi un cacciavite potrei smontare la serratura. Prendo il trapano elettrico e lo faccio partire. Gira in senso antiorario, quindi va benissimo per smontare il tutto. Metto in punta un attrezzino piccolino che mi pare adeguato e svito la vite. 
Cade giù, ma..no!! 
Dietro la vite ce n'è un'altra, che si può sbullonare solo dall'esterno.
Ok, mi dico, non sarò mai una scassinatrice.

Intanto Nausicaa non è tornata. Dove sarà? Cosa starà facendo?
Urlo "NAUSICAAAA", mi risponde da lontano "Naso", sta ancora piangendo disperata.
"VIENI QUAAA, VIENI DA MAMMA!", "No, NASOO".
Urlo di nuovo fortissimo "Aiuto!", ma nessuno mi risponde. Urlo di nuovo il nome di mia figlia, che non vuole venire. Piange.
Urlo che ho io il fazzoletto.
Eccola, arriva. 
Le passo un fazzoletto usato da sotto la porta.
Non le ho messo il pannolino, forse deve fare la pipì. Le dico che se le scappa può farla lì. Dice che ne ha fatta un goccio.

Ora non piange più, devo trovare una soluzione. Se solo il plexiglas si aprisse potrei infilare la mano e girare la chiave. Ma è sigillato, solo sotto, col silicone.
Con la sega non posso tagliarlo.

Chiedo a Nau se vuole cercare di nuovo il telefono, le dico che se qualcuno dovesse chiamare, lei dovrebbe rispondere "Aiuto aiuto". Non vuole più entrare. Dice "Papà papà". Lui ci salverà.
Ma a che ora? Alle 19? Sono entrata lì poco prima delle 15..Devo fare la pipì.
Il sonno è passato.
Cerco di parlare dolcemente con Nau, evitando di farla sentire in colpa. Lo so che voleva solo giocare.
Se mai uscirò di qua, faremo una copia della chiave e la lasceremo all'interno.

Penso a quando ero piccola, alle materne. Facevamo tanti buchini su un pannello, uno vicino all'altro, e poi con un attrezzo sfondavamo i buchi e toglievamo la sagoma dal pannello.
Voglio farlo, voglio fare una finestra nel plexiglas e farci passare la mia mano.
Prendo di nuovo il trapano e inizio a forare.
Più facile a dirsi che a farsi. E' un materiale sorprendentemente resistente. I buchi non sono connessi tra di loro, e la punta che sto usando non è ben infilata nel trapano, ma solo appoggiata.
Vado avanti per una mezzoretta a fare buchi.
Nausicaa intanto resta lì, l'ho solo fatta indietreggiare un po' per paura che potesse farsi male.
Mi guarda e mi racconta i suoi pensieri.
Crede che io stia disegnando una casa. Le dico che sto disegnando la porta della casa e poi farò uscire la mia mano.

Intanto penso a un collega di Michel, che qualche anno fa ci aveva raccontato che la figlia di due anni e mezzo aveva chiuso sul balcone mamma e nonna.
Non lo trovo più un racconto così divertente.
Vado avanti a bucare e grattare, sfondare lo spazio tra i buchi. Poi faccio leva e riesco ad aprire una finestrella nel pannello..
Infilo la mano, lo spazio è poco, gli spuntoni di vetro tantissimi. Ho l'impressione di infilare la mano nei rovi. Afferro la chiave, Nausicaa fa la cronaca degli avvenimenti.
Non riesco a girare.

Rimetto il braccio dentro e infilo un guanto per i piatti che trovo sulla lavatrice. Riprovo a far passare il braccio tra le spine e..il pannello di plexiglas si stacca completamente dal silicone. Lo sollevo, prendo la chiave, provo ad estrarla per aprire dall'interno, non si può, allora faccio ancora uno sforzo e la faccio girare.
Il cancello si apre, abbraccio mia figlia e mi viene da piangere.
Piango un po'.

Se fosse stato MacGyver avrebbe aperto tutto con una cannuccia.
Ma MacGyver non aveva una bambina di due anni da calmare e alla quale evitare pericoli, dall'interno di uno stanzino.

Possibile mai che i vicini non rispondano mai quando sono in pericolo?
Vabbè, tutto è bene quel che finisce bene..caro Rezzonico.

D'ora in poi chiamatemi MacGyvita.

1 commento:

ale ha detto...

ma che vuoi che ti dica tesoro???? e io che pensavo di averle viste tutte con Riccardo!!! SANTA POLENTA!!!!! ...pazzesco! ...però un po' mi vien da ridere.
Ma la lavatrice per te è una condanna!

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