giovedì 29 novembre 2012

Mamme e mammelle

Mamma, mammella, mammifero, mammuth?
L'anafora cronologica! Una nuova invenzione della ditta "evita&evita". Accattatevillo!
Non potendo riscrivere parola per parola tutto il libro citato nel post precedente (e perché? Uno, è troppo lungo. Due, non è corretto nei confronti dell'autrice. Tre, questo è un blog, non una libreria. Quattro, Nausicaa sta per svegliarsi!!!!!!!), mi limiterò a riassumere i concetti fondamentali, con piccole spiegazioni.
Se qualcuno avesse voglia di approfondire il meccanismo bio-chimico alla base delle future affermazioni, chieda pure. Risponderò al prossimo pisolino di Nau!
L'importante è che sappiate che ogni frase ha un fondamento scientifico, e non è campata per air!

Primo assunto FONDAMENTALE:
TUTTE LE MAMME HANNO LE MAMMELLE ovvero TUTTE LE MAMME POSSONO ALLATTARE.
Senza considerare che siamo mammiferi proprio per questo motivo, durante la gravidanza scatta un meccanismo ormonale che ci (noi mamme) prepara all'allattamento. Le ghiandole che abbiamo nel seno è come se si preparassero al grande evento, mentre la presenza della placenta all'interno del corpo impedisce la produzione del vero e proprio latte (infatti quell'acquetta sciacquetta che esce in gravidanza dai capezzoli non ha la stessa composizione del latte che arriverà dopo).
Quindi, è al momento dell'espulsione placentare che si hanno tutte le condizioni per produrre del buon burr..del buon latte!
Siccome questi meccanismi sono gli stessi per tutte le donne sane (non consideriamo donne con problemi ormonali, perché non ne so niente, e immagino che per loro sia da fare un altro discorso), ne consegue che tutte POSSONO allattare.
Ah! Ci sono delle controindicazioni per mamme affette da HIV ed epatite, ma non approfondiamo le eccezioni.

Secondo assunto:
IL LATTE ESCE SE LO SI SUCCHIA
Ora che il nostro corpo è pronto a produrre latte, manca solo un'attività perché esca: la suzione di nostro/a figlio/a. Se il bimbo viene messo a contatto SUBITO con la mamma, meglio se pelle contro pelle, entro poche ore (circa due) cercherà il seno, e farà uscire un alimento imbattibile: il colostro.
Tutti noi abbiamo una serie di riflessi antichissimi, sin dalla nascita, ma anche nell'utero.
Uno di questi è il riflesso di suzione.
A cosa serve? Semplice, a SOPRAVVIVERE!
Siccome il bimbo non si lascia morire (come dicono le nonne popolari), sa istintivamente cosa fare appena nasce, cioè mettersi a poppare.
Se la prima poppata non avviene entro poche ore, bisognerà attendere circa 72 ore perché ci siano di nuovo le condizioni favorevoli. 
Ecco perché è bene che l'ostetrica ti sbatta addosso il neonato SUBITO (e ripeto, subitttto!).
Ecco perché, d'altro canto, non bisogna agitarsi se il latte pare non esserci: aspettate due giorni e attaccate al seno il vostro bimbo, poi la natura, la fisiologia farà il resto.

IL LATTE ESCE SE LO SI SUCCHIA/2
Ovviamente questo principio (che pare stupido, ma vi assicuro che tante mamme non ci pensano) è da applicarsi anche dopo l'avvio dell'allattamento.
Se non si attacca il bimbo al seno le ghiandole non sono stimolate, quindi non producono. Bisogna sapere che il latte è sempre fresco, non è in una botte o in riserva. Viene prodotto a ogni poppata.
Non pensate di non avere abbastanza latte: il latte si fa di volta in volta, e il vostro bimbo vi richiamerà ogni volta che avrà fame, stimolando la produzione e assestandola sui livelli adatti a lui, e lui solo!
Le ghiandole registrano questa necessità e vi si adeguano. Sentirete che "bel" seno gonfio quella volta che non attaccherete il bimbo come al solito.
Siccome i bimbi sono tutti diversi, e ognuno ha una fame diversa, una sete diversa, un carattere diverso, bisogna rispettare le loro caratteristiche e nutrirli quando lo chiedono loro, non con orari.
Ovviamente è stancante, fisicamente e psicologicamente, ma è molto meglio per il bebè, quindi non demordete!

Altre mille pillole di scienza arriveranno prossimamente!
Fatemi sapere se vi interessa e cosa ne pensate, di tutto!

Ciao!

mercoledì 14 novembre 2012

L'allaitement

Approfitto del fatto che sono bloccata davanti al mac per scrivere, con la mano che mi resta (la sinistra, e non sono mancina), un nuovo post. O, almeno, l'inizio.
Ho pensato a lungo a questo post, perché credo sia molto importante, e possa essere molto utile (quindi segue la filosofia di whenilefthome) a tante, a TUTTE, le donne.
Vabbè, a tante.
Cosa sappiamo dell'allattamento? Forse quello che ci hanno raccontato le nostre mamme, forse quello che abbiamo visto da un'altra donna, e forse qualche informazione colta sulle riviste.
D'altronde, se non si è incinte (ma perché alcuni usano, al plurale "incinta"? bohh), la curiosità non viene.
Ho avuto nove mesi per studiare l'argomento, e due per la pratica, che continua tutt'ora.
Tutt'le ore! Tutt'sempre!
Dopo aver pubblicato le (contestabili) affermazioni della saggezza popolare, mi accingo a scrivervi le nozioni che ho appreso, per lo più su un testo meraviglioso della dottoressa e ricercatrice francese Marie Thirion, che ha studiato l'allattamento in lungo e in largo, e ha poi scritto "L'allaitement" (che titolo vi aspettavate?).
Il libro è uscito solo in francese e in spagnolo, purtroppo.
Vi si spiega il "meccanismo" fisiologico che sta dietro a questi schizzi di latte, si parla delle ingombranti immagini e luoghi comuni che affollano la nostra cultura (in particolare quella francese), ti permette di capire perché latte materno batte latte artificiale 1000-0, e introduce anche il tema dello svezzamento. Dà anche le risposte a chi ha difficoltà o dolori.
Insomma, un testo scientifico come piace a me, ma comprensibilissimo (tranne se non parlate francese, malheureusement).
E poi, mi sono scontrata con la dura realtà: la maggior parte della gente sa poco o niente sull'argomento, compreso purtroppo il personale ospedaliero (nel mio caso, parlo della signora del nido).
E cosa capita? Che tutti sono pronti a dirti cosa fare o no, suggerendo cose aberranti.
Se avessi ascoltato tutti, senza aver letto quel libro, a quest'ora avrei già smesso di allattare!
Dal prossimo post, allora, voglio condividere quello che so con voi, perché credo nella condivisione del sapere per un mondo migliore.
Ciaoooo
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