mercoledì 25 giugno 2014

L'aggressività sfogata sui più deboli

Circa una settimana fa mi trovavo al parco del Valentino, un bellissimo parco vicino casa mia, sul Po, a far giocare Nausicaa, quando ho assistito a questa scena:
prima ho sentito delle urla di donna "Vieni subito qui!Qui!", poi ho visto un bambino correre oltre la mia posizione, sua madre incintissima avvicinarsi a lui con aria autoritaria e infuriata, e il bambino sollevare le braccia, incrociando le mani davanti alla testa.
Appena ho visto questo gesto di autoprotezione ho istintivamente capito cosa stava per accadere.
La madre prima gli ha tirato un colpo sulle braccia, poi continuando a picchiarlo con rabbia gli ha intimato di "non usare le mani". Il bambino era pietrificato dalla paura e la donna lo picchiava come se dovesse sfogare su di lui un veleno che aveva dentro. Poi se l'è riportato poco distante, e lì il bambino ha continuato a gridare.

Comprendere che un bambino non deve essee picchiato (oltre al fatto che è davvero assurdo menare qualcuno per insegnargli a non menare gli altri!) non è una cosa immediata. Se una buona parte di noi è sicura che sui bambini non si debba rivolgere violenza, so -per aver ascoltato molta gente- che queste stesse persone che non accettano la violenza giustificano una "sculacciata ogni tanto" perché..hanno imparato così!

Non è questa la sede per spiegare l'inutilità del sistema educativo (!?) della sculacciata, né dei danni che può creare nel bambino, né perché lo Stato dovrebbe tutelare gli infanti e contemporaneamente ri-educare gli adulti.
Non lo faccio perché non sarà con un semplice post che riuscirò a spiegarlo, né a far cambiare idea a chi crede il contrario.

Voglio soffermarmi, infatti, proprio sul fatto che questa "conversione" è difficilissima.
Il bambino picchiato e sculacciato ha imparato che "è giusto".
Ha imparato che l'amore dei suoi genitori è vincolato alla punizione (e non metto assolutamente in dubbio l'amore dei genitori, solo i loro metodi).
Ha imparato che se lo meritava.
Ha imparato che doveva essere più buono, più ubbidiente.
Ha imparato che il dolore, l'umiliazione, la frustrazione, la rabbia e la confusione generati in lui da queste punizioni se le doveva gestire da solo, inglobarle nel sistema della sua crescita.
Ecco, il bambino ingloba la violenza, diventa la sua verità. 
Diventato adulto non può mettere in discussione questa verità, gli farebbe troppo male.
E poi quell'adulto non può pensare che i suoi genitori abbiano sbagliato. Questo creerebbe sensi di colpa.

Una donna mette la gonna per essere carina, e viene violentata: "se lo meritava!"
Un'altra esce con delle amiche e viene uccisa dal compagno: "Mi voleva fare ingelosire!"
Un bambino risponde sinceramente al genitore: "Mi ha disubbidito!"

L'aggressività viene giustificata da chi la pratica dicendo che era la vittima ad averla provocata. E meritava di essere punita.
Perché non ci scandalizza la violenza sui bambini?
Quante sono le "sculacciate ogni tanto"?! O potremmo dire "ogni poco"!

Anch'io da bambina picchiavo mia sorella, con una rabbia che ancora mi fa vergognare. E poi dicevo che lei mi aveva provocato.
Sì, certamente era vero per me l'essermi sentita "provocata" da qualche suo gesto o parola, ma perché poi non riuscivo a reagire con le parole? Perché mi sentivo incapace di comunicare? O, meglio, perché non mi veniva neanche in mente che avrei potuto parlarle?
Ci ho messo tutti i miei trentanni per capirlo, per prendere coscienza di quello che si generava in me. E solo dopo aver letto tante testimonianze di genitori che avevano picchiato i loro bambini e -in svariati modi- erano riusciti a comprendere l'orrore del loro gesto, tornando a leccare le proprie ferite di bambini.

Cosa ne pensate?
Cosa credete si possa fare per migliorare questo mondo?

Avrei voluto mettermi tra quella donna infuriata e quel bambino terrorizzato, ma non l'ho fatto perché non volevo in nessun modo mettere in discussione l'amore che prova per suo figlio. Ero pronta a comunicarle tutta la mia disapprovazione se solo avesse cercato il mio sguardo (come spesso fanno i genitori tra di loro, al parco). 
Invece alla fine sono solo riuscita a scrivere questo post. 

7 commenti:

Unknown ha detto...

Allora, è un discorso piuttosto vasto e anche complesso. Diciamo che parliamo di sculacciate sporadiche e proprio quando il bambino arriva a un livello di disubbidienza elevato. Ad esempio, si rivolge alla madre offendendola con parole che magari ha imparato in altri luoghi. Lui fa un capriccio, lei lo riprende solo con le parole e lui risponde con un "Sei una puttana!". Cosa fai in questo caso? Una sculacciata non gliela dai? Parliamo di uno schiaffo sul sedere, non di una bastonata. Sia chiaro. Insomma, ci sono episodi in cui una sculacciata può risultare efficacie. Il "picchiare" è un'altra cosa. Io ho preso parecchie sculacciate da piccola e altrettante tirate di capelli. E sono cresciuta bene, credimi. Sono anche una persona estremamente pacifica, assolutamente contraria a qualsiasi tipo di violenza, fisica e psicologica. Pure quella sugli animali! Però dobbiamo distinguere la violenza da una sculacciata, ecco.

evita*°** ha detto...

Innanzitutto grazie di aver lasciato un commento e aver letto il post (ma come sei arrivata qui?).
Sicuramente la condivisione è uno strumento utile per imparare dalle esperienze degli altri.
Io purtroppo (o per fortuna) non c'ero durante l'episodio che racconti, non conosco il bambino, né la madre, né il suo stile genitoriale.
Perciò non posso proprio esprimermi su questo fatto. Voglio dire che forse, e sottolineo forse, se fossi stata lì l'avrei potuto interpretare diversamente da te (o da chiunque altro).
Magari la sculacciata "risolve" il conflitto sul momento, riportando l'ordine. Poi però, in un periodo di calma, bisognerebbe cercare di capire come mai il bambino si è posto in quel modo nei confronti della mamma.

Infatti, in questo post, ho esplicitamente evitato di mettere il focus sul "perché" non si debba sculacciare/picchiare, e ho preferito concentrarmi sul sentire e sull'emotività del "picchiatore" secondo quello che le testimonianze che ho studiato mi hanno portato a scoprire.
Come già dicevo, non voglio convincere nessuno, perché io stessa ho capito l'inutilità e i possibili danni dello sculacciare/picchiare, solo leggendo, studiando e ascoltando.
Ci sono molti libri e ricerche serie sull'argomento.

A ogni modo, può scappare a tutti una forma di violenza (continuo a considerarla così), magari quando si è stanchi, o nervosetti. Io per esempio, non ho mai preso uno sculaccione, ma ogni tanto in casa mia si urlava, dunque a volte tendo a riprodurre quelle urla,quando sono arrabbiata.
Non vorrei, ma mi escono. Però dopo cerco sempre di spiegare a mia figlia che lei non ne aveva colpa, che la mamma era molto stanca e le chiedo scusa.
Sono sicura che mi capisce.
Penso che anche chi sculaccia dovrebbe rendersi conto e spiegare, senza timore di perdere di autorità, che ha perso il controllo.
Vabbè, ho fatto un panegirico!!
Comunque se tu avessi assistito alla scena che racconto nel post saresti stata un po' turbata.
Vado a dare un'occhiata al tuo blog!
Ciaoo

ale ha detto...

e io son dell'opinione che a volte (solo a volte però) sollevare di peso il proprio figlio che non la capisce con le buone (magari perchè è stanco e non ne vuol sapere di calmarsi) ci sta.

Se invece a prescindere si parte con le mani addosso (che non vuol dire menare alla grande) non risolve nulla ...si pensa di risolvere ma non è così!

abbraccio Evita!!!!

ale ha detto...

(ps. ti lascio qui un link dove mi trovi più spesso https://www.flickr.com/photos/alesolofoto/ ...abbracci ancora!)

Chemmi ha detto...

Va bene, lo ammetto, ti provocavo!
Evi, tutti i fratelli e le sorelle se menano!

evita*°** ha detto...

Voglio concludere dicendo che le persone che evocano la sculacciata solo in casi rari, o come si suol dire "una ogni tanto", sostengono che sia una sorta di "ultima spiaggia" quando le parole non bastano..Allora, ribaltiamo il concetto!: Quando alzo la mano sul bambino, anche contro i miei stessi principi, sto fallendo CONSAPEVOLMENTE (proprio perché lo considero una cosa da fare praticamente mai!).
Educare senza sculacciare è possibile!
Ci sono persino degli incontri di genitorialità positiva!
Solo che non tutti lo sanno.

Ricordiamoci che i bambini sono esseri umani con desideri, voglie, preferenze, bisogni (anche diversi dai nostri!) già dalla nascita.
Chiediamoci se li abbiamo ascoltati.

Imparare a dire di no senza arrabbiarsi è una grande conquista della nostra generazione.

evita*°** ha detto...

Voglio concludere dicendo che le persone che evocano la sculacciata solo in casi rari, o come si suol dire "una ogni tanto", sostengono che sia una sorta di "ultima spiaggia" quando le parole non bastano..Allora, ribaltiamo il concetto!: Quando alzo la mano sul bambino, anche contro i miei stessi principi, sto fallendo CONSAPEVOLMENTE (proprio perché lo considero una cosa da fare praticamente mai!).
Educare senza sculacciare è possibile!
Ci sono persino degli incontri di genitorialità positiva!
Solo che non tutti lo sanno.

Ricordiamoci che i bambini sono esseri umani con desideri, voglie, preferenze, bisogni (anche diversi dai nostri!) già dalla nascita.
Chiediamoci se li abbiamo ascoltati.

Imparare a dire di no senza arrabbiarsi è una grande conquista della nostra generazione.

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