lunedì 3 marzo 2008

Regola numero uno: scegliere i coinquilini

Carissimi,
cito pari pari quanto scrissi sul mio primo, fallito, blog.

E' il racconto di quanto avvenne quando mi trasferii a Torino.
Ottobre 2006: dopo aver preso contatto con il proprietario (o almeno, quello che io credevo tale..ma questa sarà la sfiga numero due!) di casa, divento locataria di un simpatico appartamento. Contemporaneamente a me, anche un ragazzo di nome Giuseppe, presto nominato "Giuseppe 'o suzz" o "Giuseppe lo sporcaccione", per via della sua propensione spiccata alla pulizia...

Io e lui avevamo accettato l'appartamento in contemporanea, perciò nessuno dei due aveva scelto l'altro. Io mi ero detta: "Un uomo non sarà mica un problema!Basta che sia pulito e per il resto ci accordiamo".
Giuseppe il lordo
è così: alto alto, perennemente in canottiera, capelli unti e quasi completamente caduti, occhi chiarissimi e spaventosi, sopracciglia un po' aggrottate al centro..insomma, se lo conoscete, assomiglia a Slot dei "Goonies". Per chi non lo conoscesse:


Insomma, un vero mostro!
►Aveva lo sguardo perennemente perso nel vuoto, gli occhi rossi, perché passava il tempo a farsi le canne nelle sua camera, spargendo un odoraccio per tutta la casa (non erano canne profumate). Lo sguardo: non riusciva mai a guardarti abbastanza in faccia quando ti raccontava qualcosa, perché spesso si trattava di bugie che inventava. ►A trent'anni e più suonati, non aveva ancora finito l'Università nonostante non lavorasse e non facesse niente dalla mattina alla sera. Ma non è che scrivesse la tesi! No, dormiva fino a mezzogiorno, si alzava, mangiava e si rimetteva a letto fino alle 14 circa (non è che io passassi molto tempo in casa). ►Quando mi parlava si avvicinava a me così tanto che potevo contargli i peli sul petto, non gettava mai l'immondizia e non lavava mai né il bagno né la cucina. MAAA, osava consigliarmi come fare! ►Avevamo dispense separate, lui mi chiedeva in continuo di usare le sue cose..Ora, a me piace condividere, ma se non mi sento a mio agio preferisco che ciascuno usi del suo. Ebbene, lo zozzo, usava le mie cose.. Premetto che non dormivo quasi mai là, perché mi incuteva troppo terrore, perciò tornavo la mattina o a pranzo. Un giorno, non trovai più: 2 UOVA UN PACCO FAMIGLIA DI PAN DI STELLE (appena iniziato) UNA CONFEZIONE DI SOFFICETTE ROVAGNATI UNA BIRRA MENABREA Lui non disse niente, io non dissi niente, ma scrissi su un foglio esattamente quello che ho scritto qua sopra e lo lasciai sul tavolo. Lui disse che era tornato tardi con i suoi amici tutti affamati,e non sapendo cosa offrire diede loro le mie cose..Ma come??? Con la sua dispensa piena di pasta?? Io immagino che lui fosse da solo, avesse fumato come un camino, si fosse fiondato sul frigo e si fosse versato due uova crude intere dritte in bocca..!! Promise di riacquistare tutto. Mi comprò: 0 UOVA UN PICCOLO PACCO DI PAN DI STELLE PROSCIUTTO SCHIFIDO UNA PERONI (sostenendo che la Menabrea non l'aveva mai sentita nominare!! "La Peroni è una delle migliori!", disse)

Esasperata dai suoi peli sul gabinetto, dal cibo che mi spariva, dalla casa che puzzava di fumo afgano, dalle sue storielle del c**o, dal fatto che il bagno non si chiudeva a chiave, dall'essere l'unica a pulire..decisi di andarmene, lasciandolo solo mentre era in viaggio alla casa natia.
►In verità avrei voluto laciargli una lettera al veleno (in quei giorni farneticavo dalla disperazione. Ora non so più cosa avrei voluto scrivere!) e non vederlo mai più, per umiliarlo. In realtà tornai per mostrare la stanza a qualcuno. Lui era là, sdraiato nel letto, stupito che io avessi ancora le chiavi. Mi portò sul balcone per dirmi che l'avevo molto fatto soffrire per essermene andata così, insultandolo col padrone di casa (FALSITA', CHE PIU' FALSO NON CE N'E'), senza dirglielo. Tutto il cortile sentì il triste colloquio.
Me ne andai senza alcuna soddisfazione, senza avergli lasciato la lettera.
In compenso gli avevo lasciato una mia lampadina a basso consumo (che per errore credevo sua) e non arrivò nessuno a vedere la stanza.

Qual è la morale di tutto ciò? E' molto semplice:
mai andare in una casa senza aver prima visto, e sottolineo "visto", i futuri coinquilini!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Povera sorella mia...
Senti, non ho letto nulla del post perchè è troppo lungo, la storia la conosco, però stasera lo leggo tutto!


Baciooooo

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